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Marco Vannucci Politichiamo

Marco Vannucci Politichiamo

Toscano libero di mente


Per Atroja in fondo a destra.

Pubblicato da Marco Vannucci su 19 Settembre 2014, 12:14pm

Mi sono preso un breve periodo di pausa nello scrivere ma non per mancanza d'idee, quelle per fortuna non mancano mai, magari mancheranno i soldi non le parole; bensì per la noia di ripetere le solite cose, soliti concetti, le solite arrabbiature, le solite dei soliti impuniti e noi popolo con la P con la voglia perduta pure di belare. Con la penna chiusa nell'astuccio mi diverte osservare il punto di vista altrui, la curiosità di leggere un pensiero mi disgusta come le perniciose teorie di pseudo saccenti e moralisti di quest'Italia del piffero, ma tant'è così va l'andazzo e altro non posso che osservare. La grande festa dell'Unità è ripartita, durerà 8 mesi ed andrà in onda, ogni martedì, su Rai 3. La prima puntata s'è aperta con lo strapagato ospite Benigni, comunista di lungo corso fin da quando interpretò il film "Berlinguer ti voglio bene" forse in riferimento ai rubli importati, a piene mani, dal rosso Enrico Dal giardino della sua villa lussuosissima, Benigni, ha pontificato e benedetto il PD chiudendo con un: dobbiamo avere fiducia in questo presente, porterà al futuro. Di rimbalzo, Massimo Giannini, ha replicato in stile boccuccia di rosa sul verbo proiettato al futuro della trasmissione: Ballarò. Ignorante da 2 con richiamo sulla pagella! Ballerò, voce del verbo ballare, non Ballarò che è un nome, nel caso, del mercato di Palermo. Licenze di sinistra, a loro tutto è concesso, pure l'ignoranza. Matteuccio rassomiglia sempre di più allo zio Silvio, pure negli avvisi di garanzia, imperterrito continua ad oberarci di slide e promesse mentre, sulla Gazzetta Ufficiale, nessun dlg attivato; misteri della fede e degli 80 euro con i quali ha comprato tutti, pure il culo dello zio. La migliore nota arriva dal responsabile alla comunicazione dei separatisti scozzesi, un italiano con le dee chiare, in due parole non comprende come possiamo continuare a dare fiducia agli europeisti, agli euristi, a tutti quei ciarlatani che sono i soliti autori della nostra miseria e adesso pretenderebbero pure di legarci... Il già trombato al Quirinale, Prodi, s'è lasciato scappare che entrare nell'Euro era indispensabile; in seguito avrebbero pensato al dal farsi, tutti insieme. Dichiarazione, in TV, all'amata Ballarò. Allibisco: dunque, parole di Prodi, siamo entrati in euro senza uno straccio di programma? Senza niente di scritto, di definito? Così, allo sbaraglio, o la va o la spacca. S'è spaccata, mortadella, adesso siamo riusciti pure a capire la ragione del perchè. Capito, l'antifona? Hanno improvvisato sulla nostra pelle, il risultato s'è visto. Sono in viaggio per Roma, scrivo godendo i 300 all'ora della freccia rossa, eccellenza italiana uscita dalla Breda di Pistoia. A Roma sta la festa di Atreju, una scappata fugace per cercare di capire le ultime intenzioni di una branchia della destra. Questa destra alla ricerca di un leader per forza, piaceva Renzi al punto da essere difeso dalla destra, è uno dei nostri la voce ricorrente ed in molti l'hanno pure sciaguratamente votato, uno dei nostri, mi bisbigliò alle orecchie un amico, sbagliato: è uno dei suoi, suoi come lui solo col suo smisurato ego. Vi piace ancora, Renzi, massa di coglioni? Renzi è il prototipo del democristiani doc, un fenomeno quindi, figlio di via del Gesù dove chiusero un partito per prenderne due. Adesso pare toccare a Salvini, uno scissionista alla guida della Destra Nazionale sarebbe il colmo ma a destra, bene intendere, nessuna meraviglia: se non ci facciamo del male, non siamo contenti. A Roma, quindi, per Atreju o per Atroia, dipenderà da loro.

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