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Marco Vannucci Politichiamo

Marco Vannucci Politichiamo

Toscano libero di mente


Quando c'era Berlinguer

Pubblicato da Marco Vannucci su 29 Marzo 2014, 08:53am

Nelle sale cinematografiche sta imperversando il film di Veltroni, quando c'era Berlinguer. Remake storico-strappalacrime su quello che fu l'ultimo leader del PCI: Enrico Berlinguer, assunto agli altari di una laica santità dai proseliti della bandiera rossa. Quando c'era Berlinguer, dunque, vogliamo parlarne? Quando c'era Enrico Berlinguer uccidere un fascista non era un reato, ne sanno qualcosa i fratelli Mattei ed i ragazzi di Acca Laurentia per esempio, dove i loro assassini non hanno mai fatto un giorno di galera. Quando c'era Berlinguer, le Brigate Rosse, furono definiti i compagni che sbagliano senza mai prenderne fino in fondo le distanze in nome di chissà quale giustizia rossa. Quando c'era Berlinguer, Pietro Ingrao si rifiutò di rispondere ad un giornalista del Secolo d'Italia ad un dibattito televisivo, replicando che non parlava con i fascisti; quando c'era Berlinguer, il maresciallo Tito, fu insignito dell'ordine a Cavaliere della Repubblica Italiana al merito. Quando c'era Berlinguer fu in atto una campagna d'odio nei confronti di Bettino Craxi, uguale a quella verso Silvio Berlusconi oggi. Quando c'era Berlinguer, le strade italiane, furono dedicate all'Unione Sovietica, a Stalin, Ho Chi Min. Quando c'era Berlinguer, gli Inti Illamani, ci frantumavano i coglioni. Quando c'era Berlinguer, suo fratello Giovanni, era vicepresidente esecutivo della Monte Dei Paschi di Siena; quando c'era Berlinguer, le Foibe, erano considerate folklore tipico slavo. Quando c'era Berlinguer c'ero anch'io, con la mia memoria.

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