Francesco lo sa

I duri e puri avranno storto la bocca, Francesco Storace abbraccia Silvio Berlusconi. Al di la del fatto che, all'ex cavaliere di Arcore, non può far nient'altro che bene la vicinanza di Storace capace di fargli evitare la serie di cazzate che ci ha ridicolizzato agli occhi del mondo facendo il gioco della sinistra e della magistratura che non aspettava altro, Francesco Storace doveva prendere una decisione risolutiva sul futuro del suo partito. Che è e rimane il suo partito, bene sottolineare questo, lasciato da solo a mo' di avamposto contro tutto e contro tutti. Fuoco amico compreso, nessuno ha dimenticato. Gli anni non hanno modificato l'ideale ma hanno reso l'uomo riflessivo, un esempio per tutti: due anni fa, Storace, era stato invitato a parlare in un comizio organizzato in un paese della Versilia; i rossi toscani intimarono il sindaco con un niet di stampo sovietico, in altri tempi, Storace, sarebbe andato comunque e quel che succedeva, succedeva. Messo al corrente, Francesco, declinó l'invito e non se ne fece di niente per non mettere a repentaglio la sicurezza delle persone e di un intero paese. Fuori dai denti, i giovani tutti hanno pagato già con troppo sangue negli anni di piombo, bene fece a ritirare il comizio. Negli ultimi tempi, Francesco, s'è visto tirare per la giacca da più parti ma è stato più un corteggiamento forzato che voluto, altrimenti sarebbe andata diversamente, le premesse c'erano tutte, la disponibilità pure. A giacca e mutande strappate e pure qualche elettore ma si sa, così fan tutti, Francesco si è ritrovato ancora una volta da solo a meditare. Una riflessione, dunque, tesa ad esaminare i pro ed i contro di una decisione comunque sofferta: la chiamata di Berlusconi. Nessun trasformismo camaleontico ma decidere se continuare, dentro il Parlamento, la lotta per i diritti del popolo contrastando leggi mortificanti per la destra tutta. Al di fuori possiamo solo accettare e subire, il popolo è stanco ha bisogno urgente di qualcuno che lo difenda. E Francesco, lo sa.