Piccola Italia piccola

Giro tra le mani il capolavoro di Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo antico, pensando come un titolo accattivante catturi la fantasia. Non conoscessi il romanzo, il titolo, indurrebbe a pensare a trine e merletti, bambini vestiti alla marinara attorniati da genitori felici. Un quadro gioioso che pare trasudi di cose buone, di odori, di semplicità, di purezza. Piccolo mondo antico… pensate come può fregare un titolo, lo leggi e t’imbatti tra odii, rancori e dissidi con una nonna un po’ mignotta che aveva pensato bene di darla ad un ufficiale austriaco. Detto per inciso il grande romanziere italiano, Fogazzaro, fu eletto senatore del Regno d’Italia nel 1896. Ecco allora che tutto torna. Nel primo ventennio del secondo millennio nulla è cambiato, titoli ad effetto sparati alla cieca per indicizzare i pensieri del popolo alla volontà politica, stavolta senza romanzi da leggere ma la tragedia del Belpaese sta sotto gli occhi di tutti. L’Italia non va, malgrado i proclami e le slide renziane nulla farebbe pensare in un miglioramento sociale, tra i dati che si rincorrono contrari tra loro al punto che sembra si sbugiardino a vicenda. Per il Governo l’Italia è in crescita, per il resto del mondo siamo alla canna del gas. Le stazioni ferroviarie sono diventate un’enorme camera dal letto per i senza tetto, il termometro italico sta li. Fa pensare che nessun politico parli del prossimo referendum, eppure ne va della qualità di vita di tutti noi, niente di niente, ognuno preso dai propri interessi di bottega: Evviva il sindaco come evviva Zapata, pistoleros alla caccia dei comuni e se l’Italia affonda e trivella, se vende uno specchio di mare alla Francia, se Antonello Venditti si rompe le palle per le Foibe, se la Boldrini per sollecitare la crescita 0 invita 6milioni di extracomunitari fancazzando che contribuiscono a pagare le pensioni, val bene lo stesso. Amen. Da piccolo mondo antico a piccola Italia immonda il passo è stato breve, il paranco si chiama sinistra hitleriana ed una destra pallida e non più almirantiana con nel mezzo quattro esaltati, tra leghisti e dipendenti di Casaleggio, che non hanno capito una mazza.

Marco Vannucci