Il cesso sta in fondo con la destra

Al solo pensarci mi do di bischero e più ci penso e più rimugino che proprio, così, non mi va giù. Ci rendiamo conto? Le primarie della destra nei gazebo leghisti e dove, udite udite, la ex show girl Irene Pivetti ha raccolto una barca di voti. Primarie della destra, ma che destra è? Trovo inconcepibile questa nouvelle vogue della destra (nouvelle un par di balle, di giovani nessuno) assunta al ruolo di palafreniere per gli ambiziosi del potere, per lo più di sinistra. Come Marchini, per esempio, così Bertolaso ma lo stesso Salvini, auto dichiaratosi l’anima sinistra della lega tra una felpa e l’altra, ripensando ai tempi del Leoncavallo. Francesco Storace, dalle colonne del Giornale d’Italia, invita a fare chiarezza (leggi primarie) entro sabato prossimo, altrimenti andrà avanti con la sua lista. Chiarezza, lista, altrimenti… Altrimenti, che? Attendere chi, Marchini? Pivetti? Salvini, Berlusconi, Meloni? Tu quoque, Francesco, in animo pena vivendi... Va a finire che di destra, piaccia o non, rimarrà solo Matteo Renzi da Firenze. Testa coda inverosimile, ma nemmeno poi più di tanto. Mamma mia, come siamo caduti in basso! Riprendo la frase del Duce che sta rimbalzando da una parte all’altra del pianeta, meglio vivere un giorno da leoni che cent’anni da pecore. Abbiamo fatto peggio: da pecoroni.

Marco Vannucci