L’altro giorno avevo per le mani un libro di Arthur Rimbaud, il poeta maledetto già amante di Verlaine, un libro di poesie ispirate sull’amore e sui momenti emozionali della vita. Arthur Rimbaud era un mercante di schiavi, protagonista del famoso triangolo della morte Marsiglia-Gibuti-Buenos Aires, quando crepò si lasciò dietro una striscia di sangue fatta di morti ammazzati, frustati, uomini venduti dai capo tribù in cambio dello sterco del diavolo. Però, Arthur Rimbaud, scriveva poesie. Probabilmente riceveva pure degli applausi e non solo per le rime ma anche quando consegnava gli schiavi ai negrieri. Però, di lui, ricordiamo le poesie. Pure Pier Paolo Pasolini era un poeta, fine dicitore e regista cinematografico di fama, a lui sono dedicate strade e piazze oltre un’infinità di strutture culturali. In pochi si ricordano, oppure non vogliono ricordare, che era un pedofilo ed andava in giro ad adescare i bambini pagandoli per soddisfare le proprie voglie, praticamente cercava nuovi schiavi da sodomizzare. Oggi, i nuovi schiavi, sono le donne. Donne pagate per portare in grembo il seme di chissà chi per poi vedere il frutto strappare negando, al nascituro, pure la prima poppata. E’ una forma di schiavismo dove i negrieri, oggi, si chiamano gay. Oppure, come ieri, comunisti. Fate voi.
Marco Vannucci