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Marco Vannucci Politichiamo

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Toscano libero di mente


25 aprile, io non festeggio

Pubblicato da Marco Vannucci su 25 Aprile 2017, 08:55am

25 aprile, io non festeggio

Se Giuseppina Ghersi fu liberata lo fu dall’anima salendo al cielo dopo essere stata stuprata, violentata ed uccisa, da una banda di criminali col fazzoletto rosso al collo. Aveva 13 anni, Giuseppina, era una bambina con la colpa di aver scritto un tema dove ringraziava il Duce per aver dato un dignità lavorativa alla sua famiglia ed il permesso, a lei, di studiare grazie alla riforma scolastica voluta da Giovanni Gentile. Il Professor Gentile, un altro ucciso dai compagni liberatori, per mano assassina di Bruno Fanciullacci. Nel mezzo altre migliaia di vite spezzate dai partigiani, 150mila, 200mila… il numero esatto non lo sapremo mai. Tutti uccisi, da Collegno a Codevigo, dai Fratelli Govoni alle Ausiliare fatte saltare in aria con una bomba nella vagina. Anni dopo, nel cosiddetto tempo di pace e di piombo dopo una tremenda agonia moriva Sergio Ramelli, diciottenne, missino. Un altro tema da eliminare, un altro tema da uccidere per la storia sanguinaria comunista. Io mi vergogno che lo stato festeggi il 25 aprile; io mi vergogno per una festa inneggiante al sangue versato da altri italiani; io mi vergogno di celebrare gli assassini come i liberatori d’Italia; io mi vergogno per il volere a tutti costi continuare a nascondere la storia bollandola come revisionismo fascista; io mi vergogno per questa democratica dittatura che non mi permette di salutare o ricordare come al meglio credo; io mi vergogno per questa continua idolatria faziosa che porta il loro clan -chiamato Anpi- a rinnegare perfino le foibe carsiche. Sia la loro, dunque, la loro festa di liberazione. Non è la mia festa e non la sarà mai. Non si festeggia all’interno delle gabbie civili per la colpa di non aver creduto nelle loro menzogne; non festeggia chi non può onorare i propri morti; non festeggia chi non può protestare. I crimini non si festeggiano.

E’ il 25 aprile dei Carlo Giuliani, non sarà mai dei Rolando Rivi volutamente dimenticati.

Marco Vannucci

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