Sperem! (Speriamo)

Andrò a Roma, il 17 febbraio prossimo, per partecipare al congresso per la riunificazione della destra o almeno parte di essa, nel caso specifico La Destra di Storace con Azione Nazionale di Gianni Alemanno. Andrò a Roma, dunque, ma non farò nessuna marcia: probabilmente, mi recherò in treno. I tempi cambiano e dobbiamo cambiare pure noi. Ammetto: sono elettrizzato dall’idea, ho speso anni, fatiche e soldi miei, per contribuire a raggruppare le anime disperse dell’area della destra sociale. Fondai pure un movimento culturale, Il Movimento Tricolore, con il quale commemoravo il centenario della nascita di Almirante. Da Udine, fin giù al Sud Italia, nella speranza di assemblare le varie teste. Che almeno parlassero tra loro! I tempi non erano ancora maturi e nessun leader nazionale, fatta eccezione per Adriana Poli Bortone, raccolse l’invito. Il ritornello del no era il medesimo per tutti: se viene tizio non verrò io, e così via… Rifugiai con i militanti, e feci bene perché ebbi la sensazione che la destra sociale era più viva che mai, bastava solo togliere il velo di polvere parlando cuore a cuore. Senza odiosi perifrasi, senza false promesse. Fu un lungo viaggio tra amici di avventura, tre nomi tra tutti: Fabrizio Bracconeri, Pio De Marco, Valter Bevilacqua. Ma come non ricordare l’amica Alessandra Pisanò, la figlia del Grande Giorgio Pisanò, sempre presente ovunque andassimo. Oggi, il Movimento Tricolore, si occupa del sociale. Mai avuto mire di fondare l’ennesimo partito di destra, fui chiaro allora e lo sono ancor oggi, forse anche per questo che molti ducetti del nulla percento ci snobbavano, non andavamo in giro a promettere poltrone o cariche. Semplicemente, tentavamo di riunire il Popolo di destra. Oggi, guardo al futuro: andrò a Roma con la speranza di una svolta vera per una Destra finalmente Sociale, per una Destra meravigliosamente Popolare. Da queste parti del nord Italia, dove vivo, direbbero sperem, speriamo. E voglio sperare, voglio crederci. Non vorrei vivere l’ennesima delusione di posti già assegnati, di dinamiche già definite, di strategie non conformi ai nostri valori. Lo scrivo, sia chiaro, senza attendermi alcunché. Fieramente mi definisco un Militante per sempre e come tale voglio rimanere, con l’orgoglio di non dover dire grazie a nessuno. Sono una particella di un Popolo tremendamente attaccato ai valori, poiché un uomo di destra, al solo intonare Il Canto degli Italiani, viene la pelle d’oca. Lo sappiamo noi, lo sanno tutti. Non approfittatevene più, per favore.

Marco Vannucci